Il vinile

Siamo negli anni '70 e alla radio si possono ascoltare brani di artisti italiani come Lucio Battisti, Franco Battiato e molti altri.
Nel 1976 per molte settimane si sente un pezzo di un artista emergente al suo terzo album che successivamente gli conferirà la meritata gloria con diversi premi. Il brano in questione è "Alla fiera dell'est" e l'artista in questione non è altri che il nostro Angelo Branduardi!
Come fare per poter ascoltare questo grande successo privatamente e al di fuori delle trasmissioni radio?
Semplice basta acquistare un disco in vinile!
Noi persone del terzo millennio con i cd musicali non abbiamo di certo dimenticato quei periodi particolari con i dischi e il giradischi.
Infatti fino a dieci anni fa era l'unico modo valido per poter ascoltare musica di grande qualità!
I cd musicali non sono diffusi da molto tempo e questo ha favorito alla grande diffusione di dischi in vinile!
Per i grandi fans storici di Angelo il fatto di possedere molti di questi dischi non è un fatto poi così strano.
Per chi si è avvicinato a questo artista in anni più recenti il possedere vecchi dischi non è poi così scontato.
L'unico modo per farlo è acquistare vecchi dischi usati o rari dischi che vengono ancora oggi prodotti in tiratura limitata.
Per tutto questo discorso? Per far conoscere meglio alla gente il padre dei cd musicali grazie al quale Angelo ha potuto trasmettere la sua musica: il disco in vinile.
La storia del disco in vinile è una storia affascinante e ricca di tappe che ne hanno caratterizzato la grande diffusione.
Inizialmente i disci per la riproduzione della musica erano in bachelite, materia plastica, che molti ricorderanno perchè veniva anche impiegata in alcuni componenti elettrici fino a non molti anni fa. I dischi realizzati con la bachelite erano estremamente fragili, anche più dei successivi dischi in vinile. Questi dischi sono conosciuti meglio con il nome di dischi a 78 giri. Con questo tipo di supporto non era possibile ottenere una grande capacità di registrazione.
Nel 1948 fece la sua comparsa negli Stati Uniti il disco che avrebbe soppiantato il compagno in bachelite: il disco in vinile. Tutti almeno una volta nella vita abbiamo sentito nominare questo titpo di supporto. Infatti bisogna aspettare l'arrivo del cd musicale per vederlo lentamente sparire, anche se, come vedremo in seguito, è ancora presente nella comunità di appassionati.
Quali sono i vantaggi che hanno portato a preferire il disco in vinile a quello in bachelite?
Ci sono varie ragioni! La prima è la maggiore malneabilità del materiale. Il vinile essendo molto più semplice da lavorare permise di ridurre la dimensione dei solchi impiegati per la registrazione.
La conseguenza diretta di questo fu l'aumento della capacità di registrazione che raggiunse il massimo con gli LP (Long Play), circa 25-30 minuti per facciata.
Andiamo meglio in dettaglio descrivendo il disco nelle caratterisiche principali per poi arrivare ai vantaggi e agli svantaggi nell'impiego di questo supporto.
I disci in vinile sono presenti in vari formati. Le grandezze dei diametri sono 40.6 cm, 30.5 cm e 25.4 cm. Sono state usate questo tipo di grandezze perchè la standardizzazione è avvenuta utilizzando i pollici. Le stesse misure espresse in pollici sono 16, 12 e 10.
I dischi sono presenti in due diverse grandezze per quanto riguarda i giri al minuto: 33.3 giri/minuto (meglio conosciuti come 33 giri) e 45 giri/minuto (i 45 giri). Per i 45 giri esiste un'ulteriore misura per il diametro di 7 pollici. Questo tipo di supporti, poco conosciuti e poco diffuso, sono chiamati EP (Extended Play).
Con i 45 giri si è in grado, in sostanza di registrare un brano musicale per facciata, con i 33 giri si è in grado di registrare un intero album utilizzando le due facciate.
Arriviamo ora ai vantaggi nell'utilizzo del disco in vinile.
La qualità audio ottenuta è davvero ottima essendo una registrazione di dipo meccanico e analogico. Infatti il suono digitale ha portato a filtrare i suoni che vengono catturati, perdendo quel tipo di frequenze, le cosiddette armoniche, che normalmente non vengono percepire dall'orecchi umano. Tutto questo per una questione di risparmio di spazio. Senza contare il fatto che un suono digitale è anche campionato o per meglio dire discretizzato.
Putroppo, gli svantaggi sono molto più dei vantaggi. Il disco in vinile tende a graffiarsi e a sporcarsi molto facilmente, perdendo via via la qualità acustica e la funzionalità.
Con l'ascolto frequente i solchi dove è incis il suono ne risentono negativamente portando ad un graduale aumento nella perdita del segnale. Questi sono solo alcuni dei possibili problemi. Ne esistono ancora altri molto più tecnici e più difficili da spiegare.
Invitiamo chiunque volesse approfondire meglio l'argomento di effettuare una ricerca su internet magari utlizzando la famosa enciclopedia libera alla quale abbiamo attinto liberamente per realizzare questa piccola pagina di spiegazione.
ora andiamo a parlare dello strumento che permette la riproduzione del suono immagazzinato nel disco: il giradischi.
La storia del giradischi non è più entusiasmante di quella del disco.
L'evoluzione dello stesso è iniziata nel lontano 1870 passando per il vecchio grammofono fino ad arrivare agli anni 80 del secolo scorso. Insomma una storia lunga più di un secolo!
Il principio di funzionamento di un disco non è molto difficile. Esso viene infatti fatto ruotare a grande velocità costante da un piatto rotante. In passato questo piatto era azionato da una molla precedentemente caricata utilizzando una manovella. Successivamente la manovella venne sostituita da un motorino elettrico. Sul bordo esterno del disco viene appoggiata la puntina di lettura (pick-up) sostenuta da un braccio articolato. La puntina, in zaffiro o diamante a forma di cono, segue la traccia del solco a spirale dall'esterno all'interno del disco.
Il profilo irregolare del solco provoca la vibrazione della puntina; tale vibrazione veniva originariamente trasmessa direttamente ad una membrana che riproceva il suono in maniera esclusivamente meccanica; in seguito le vibrazioni sono state impiegate per generare deboli segnali elettrici da una bobina oppure da un cristallo piezoelettrico inclusi nel corpo della testina. Quseti segnali vengono prima preamplificati da un apposito circuito detto Pre-preamplificatore che li rende utilizzabili dal circuito di preamplificazione vera e propria; da qui vengono inviati all'amplificatore finale che porta il segnale agli altoparlanti trasformandolo, finalmente, in suono.
Il giradischi attualmente è diventato uno strumento particolarmente prezioso a causa della scomparsa del disco in vinile. Ma molti appassionati del vecchio vinile sono disposti a spendere addirittura 10000 euro per poter apprezzare il suono analogico di questi vecchi supporti che hanno fatto tanta storia e che hanno contribuito ad affermare miglioni di artisti, compreso il nostro caro amico comune Angelo Branduardi!